La Lectio Divina

Qualche nota, giusto per cominciare

 

 

Questi rapidi appunti non vogliono essere una noiosissima lezione storico esegetica sull'origine della lectio divina, né tanto meno un documento esaustivo sulle sue implicazioni spirituali.

E' soltanto un grido, disperato, forsennato, gioiosissimo: "Tornate a me con tutto il cuore" dice il Signore.

E pregare la Parola di Dio con la Lectio Divina è appunto questo: entrare nel Mistero del Dio Quotidiano, accorgendosi e commuovendosi per la straordinaria vicinanza del Dio dei Cieli.

 

Cosa vuol dire?               

Le fonti più accreditate traducono con “lettura divina”; probabilmente investe anche altri significati.

Di sicuro è una lettura personale e comunitaria, in cui ognuno si lascia penetrare personalmente fino alle midolla dalla Scrittura e poi questa esperienza vitale, dirompente, trasformante, rifluisce nella vita della comunità (parrocchiale, degli animatori, dei capi scout).

 

Cos'è?           

E' essenzialmente un incontro. E come tale si manifesta: ci sono due amici (il credente e la Santissima Trinità) che insieme si prendono del tempo per stare insieme, per parlarsi, per comunicarsi le proprie emozioni e i propri progetti. E come tale va vissuta; non può essere una relazione di lavoro, né una lezione scolastica. E' la contemplazione delle azioni di Dio nella storia. Nella storia dell'umanità e nella storia del singolo. Bando agli intellettualismi, ai giochi di parole, all'ascolto passivo. Occorre invece presentarsi con umiltà e verità, nella propria condizione attuale davanti al Dio che Vive.

Si comprende solo ciò di cui si fa esperienza: e fare esperienza di Dio è l'unico modo per conoscere il suo Amore per ogni creatura. Ma soprattutto per me. E la Lectio Divina vuole essere appunto questo. Ma non sarebbe un'esperienza completa se non riuscisse a segnare il mio stile di vita, le mie amicizie, il mio rapporto con il mondo e con i soldi anche. Ecco perché è conversione continua al Volto di Dio. Usando dei paroloni che forse lasciano il tempo che trovano direi che è un passaggio dall'intellettuale all'emozionale, dal cognitivo al sensitivo, in un cambio completo delle prospettive banali cui siamo abituati nel nostro modo di pensare e vivere la fede ("ascoltare" la Messa, andarsi a confessare, dire le preghiere ... ).

 

Come viverla? 

Occorre prendersi del tempo (da un minimo di un'ora a un massimo di un'ora e mezza) con la propria comunità, senza alcuna fretta di concludere, in un luogo che faciliti la meditazione e che permetta di mettere nel posto d'onore la Parola di Dio nelle Sacre Scritture. Basta una sala silenziosa in cui si possa mettere la Bibbia al centro, con qualche accorgimento (dei fiori, una lampada). Ideale sarebbe riunirsi nel momento del giorno che più ispira alla meditazione e all'ascolto, la sera o la notte (come nella prassi monastica). Del resto, non è forse questo il tempo che ci vede più aperti alle relazioni con i nostri amici? Magari davanti a una birra...

Dal momento che è una preghiera che mi insegna l'unificazione delle mie tensioni interne, dei miei moti interiori e delle mie azioni, e mi fa sperimentare il gusto di Dio, si sviluppa in tappe che coinvolgono tutto il mio corpo e la mia anima (intesa come insieme di emozioni, riflessioni e moti spirituali):

 

Lectio (lettura meditativa): è il momento dell'ascolto silenzioso e pio della Parola di Dio

che mi dice qualcosa in questo momento particolare del mio vivere. Bisogna leggere il testo

comunitariamente e poi più volte da soli, muovendo con rispetto le labbra ripetendo le Parole di Vita. Ideale sarebbe imparare così il passo a memoria.

 

Meditatio (breve spiegazione): è necessaria per comprendere da qualche testo o da qualche credente pratico con il testo biblico alcuni significati che a prima vista sembrerebbero nascosti o non comprensibili. E' personale perché con la mia intelligenza cerco di entrare negli avvenimenti della salvezza

 

Oratio (preghiera): ecco il tempo della gioia, dell'incontro personale e di amicizia con Dio! E' il tempo in cui io uso le Parole stesse di Dio per rivolgermi a Lui con fiducia filiale, sapendo di essere amato.

 

Actio (azione): dopo aver sentito Dio, aver parlato a Lui come a un amico, aver ascoltato cosa vuole da me, io sono in grado con occhi nuovi di ritornare nel mio mondo, nella mia quotidianità in cui io riconosco il volere di Dio e agisco quindi di conseguenza.