PROGETTO EDUCATIVO DI GRUPPO
Progettare significa fermarsi
un attimo,
fare il punto della situazione:
sapere dove siamo,
dove vogliamo andare,
come e dove condurre i nostri
ragazzi.
“Il progetto è per
la persona”.
Formulare un Progetto Educativo
è compito specifico della Comunità Capi, implica l’apertura
verso un orizzonte vastissimo dove si stagliano realtà che investono
la vita di tutti gli uomini.
Lo scopo principale di un Progetto
Educativo è di mettersi in sintonia con la progettualità
del mondo, aiutando i nostri ragazzi a scoprire il loro cammino personale.
L’educazione, allora, appare come
l’arte di educare a scoprire che la vita è finalizzata, è
significativa, ha valore, è una chiamata, è una vocazione.
Il nostro Progetto si è sviluppato così:
1. Analisi della realtà
2. Definizione dei problemi e delle
opportunità
3. Scelta delle priorità
e realizzazione
4. Verifica
1. ANALISI DELLA REALTÀ
Abbiamo fatto un’analisi dell’ambiente
in cui viviamo, sia del nostro gruppo scout, sia della realtà esterna
e più ampia in cui vivono i nostri ragazzi.
Dall’analisi sono emersi i bisogni
del nostro gruppo, le opportunità che la realtà esterna ci
offre, gli aspetti da valorizzare sia dei ragazzi che di noi capi.
2. DEFINIZIONE DEI PROBLEMI E DELLE OPPORTUNITÀ
Dopo aver svolto la nostra analisi
e non potendo dare risposta a tutti i problemi che sono stati messi in
luce, abbiamo fatto delle scelte tenendo conto delle nostre reali risorse.
Sono emersi degli obiettivi che costituiscono le priorità su cui
andremo a lavorare per i prossimi tre anni.
3. SCELTA DELLE PRIORITÀ E REALIZZAZIONE
In questa fase sarà compito
delle singole branche cercare di individuare gli obiettivi “ristretti”,
nei singoli programmi di unità.
Il Progetto Educativo serve per
garantire un coordinamento fra le tre branche che permetta un percorso
educativo comune e progressivo.
In altre parole ogni branca perseguirà
in modi diversi e creativi gli identici obiettivi di gruppo.
4. VERIFICA
È fondamentale continuare
a verificare gli impegni che ci prendiamo con questo Progetto. Le verifiche
saranno fatte sia dai singoli staff che in Comunità Capi.
REALTÀ ESTERNA
Santorso è un paese molto
vivo sul piano associativo e negli ultimi anni l’Amministrazione Comunale
ha coinvolto le associazioni sulle tematiche giovanili. Nel 1999 è
nato il Progetto Giovani ed ora si sta attuando la fase operativa che ci
vede impegnati a livello locale più che nel passato.
Anche a Santorso, come negli altri
paesi limitrofi, notiamo l’esigenza per i giovani, di luoghi e momenti
di aggregazione; le associazioni danno risposta solo a pochi giovani e
per poche ore la settimana.
Si è abbassata l’età
in cui i ragazzi ricercano esperienze trasgressive come fumo, alcol e consumo
di sostanze stupefacenti, questo è un problema che interessa anche
i ragazzi appartenenti alla nostra associazione. Ci siamo chiesti se le
famiglie si rendono conto di quanto può essere vicino il problema,
e in che modo lo affrontano.
Sentiamo la necessità, data
la complessità della realtà in cui viviamo e operiamo, di
valorizzare maggiormente il rapporto tra famiglie, ragazzi e capi su un
progetto comune e condiviso.
Abbiamo sempre coinvolto i genitori
nei momenti di festa, nelle cerimonie o in incontri per piccoli gruppi
(riunioni di squadriglie e sestiglie). La partecipazione agli incontri
collettivi è generalmente abbastanza buona però, più
aumenta l’età, meno i genitori seguono l’attività e cercano
di parlare con i capi dei problemi dei loro figli; c’è la difficoltà
ad instaurare un rapporto personale e costruttivo con i capi anche sfruttando
occasioni informali.
REALTÀ INTERNA
Il gruppo SCOUT di Santorso ha una
storia consolidata alle spalle; nel 1997 è stato festeggiato il
cinquantesimo anniversario di costituzione del gruppo.
Il gruppo attualmente (2001) è
formato da 112 soci (tra ragazzi e capi):
· 1 branco di 28 lupetti
· 1 reparto con 35 esploratori
e guide
· 1 noviziato e un clan/fuoco
con 30 rover e scolte
· la comunità capi
con 19 capi
Ogni anno si ripresenta il problema che non siamo in grado di soddisfare tutte le richieste di iscrizioni in branco.
LE CARATTERISTICHE DEI NOSTRI RAGAZZI
Nei lupetti la frequenza ed il coinvolgimento
nelle attività sono molto buoni; nella fascia del reparto si nota
invece una frequenza più saltuaria causata per lo più dal
sovrapporsi di altri impegni (soprattutto lo sport); più avanti,
in età di r/s, questo si concretizza nella difficoltà di
trovare una serata in cui fare riunione.
Nella fascia d’età del reparto
si nota anche una partecipazione irregolare ed incostante.
Più aumenta l’età
dei ragazzi, più si nota la diversità del loro rapporto con
i capi rispetto al passato, ci riferiamo all’uso di un linguaggio scurrile
e di atteggiamenti poco rispettosi e non sempre corretti. Si osserva questo
anche nel branco, soprattutto nei ragazzi dell’ultimo anno.
Lo stesso si può dire riguardo
al rispetto delle cose e degli ambienti comuni, che rimane un problema,
sia per i capi, che per i ragazzi.
Un altro elemento che si nota è
che i ragazzi faticano a costruire un rapporto leale e di amicizia vera
sia nell’attività che al di fuori di essa.
I rapporti tra capi e ragazzi sono
generalmente buoni, e hanno occasione di rafforzarsi in eventi come le
uscite o i campi nei quali è più facile entrare in confidenza.
I CAPI
Tutte le unità sono miste
e questo comporta la necessità di uno staff bilanciato, un capo
maschio e un capo femmina ambedue metodologicamente formati e preparati.
L’età media dei capi è
piuttosto bassa ed il ricambio è scarso, anche se ultimamente è
più costante.
Nell’attività di Comunità
Capi è migliorata la partecipazione ed il clima che è più
vivibile e gioviale. Sembra ormai raggiunta la consapevolezza dell’importanza
di partecipare agli eventi formativi (campo di 1° e 2° tempo).
Quest’anno, per la prima volta,
abbiamo la presenza di un’assistente (un seminarista) che segue sia la
Comunità Capi che le branche. Noi capi notiamo comunque, una consistente
difficoltà nel portare avanti la catechesi da soli.
In generale è tanto il tempo
che dedichiamo al servizio in associazione, anche se a volte perdiamo troppo
tempo negli aspetti organizzativi a discapito di quelli formativi.
LA NOSTRA RISPOSTA
Dalle riflessioni fin qui fatte ci sembra utile indirizzare i nostri sforzi, per i prossimi tre anni, sui seguenti temi:
1. RAPPORTI CON LE FAMIGLIE
2. VITA DI FEDE
3. ATTENZIONE ALLO STILE
4. FORMAZIONE PERSONALE
Sviluppiamo di seguito le idee che sono emerse per ognuno di questi temi; saranno inserite con un'opportuna gradualità nei programmi delle branche dei prossimi tre anni.
RAPPORTI CON LE FAMIGLIE
Perché?
E' fondamentale instaurare rapporti
di condivisione e di confronto con le famiglie in modo che:
· Sia compreso più
a fondo il valore educativo della proposta che viene fatta, una proposta
che ha obiettivi spesso ambiziosi e controcorrente e che quindi ha più
probabilità di incidere se è condivisa;
· Venga riconosciuta la
fatica che i capi fanno in modo che ci sia più rispetto ed attenzione
nei loro confronti (puntualità, presenza, impegni presi…).
Come?
· Programmare uscite con
i genitori in cui ci sia modo di far sperimentare un po' lo "stile" della
proposta scout, come fare della strada insieme in modo da permettere alle
famiglie di incontrarsi, conoscersi…
· Coinvolgere i genitori
nei giochi e nelle attività dei figli in modo che "assaggino" alcune
esperienze fatte da loro.
· Organizzare cene e momenti
di festa.
· Valorizzare le riunioni
di sestiglia e di squadriglia per i genitori, trovare altri momenti e modalità
per far conoscere il metodo e l'attività scout (spettacoli, veglie…)
· Informare i genitori sulle
attività programmate (progetto, programmi, campi…)
VITA DI FEDE
Perché?
L'essere capo richiede di aver
maturato e di coltivare una scelta personale di fede. L'Associazione è
sempre più esigente a riguardo e, d'altra parte la proposta educativa
è sempre più contro corrente rispetto alla realtà
circostante sempre più secolarizzata e massificata.
Gli aiuti esterni che provengono
dalla parrocchia sono destinati nel tempo ad essere sempre meno sicuri,
anche se quest’anno (2001) abbiamo il supporto di un seminarista. Non è
possibile quindi, delegare esclusivamente ad un assistente il percorso
di catechesi della Comunità Capi e delle singole branche. Ogni capo
deve mettersi in gioco in prima persona ed essere convinto di quello che
propone ai ragazzi in modo tale da essere vero testimone.
Abbiamo notato che negli ultimi
anni la nostra partecipazione (come gruppo) alla vita parrocchiale è
andata un po’ scemando.
Come?
· Può essere utile
tracciare il percorso di catechesi del Gruppo in Comunità Capi,
soprattutto se manca la figura dell’assistente.
· Progettando un percorso
comune a tutto il gruppo, da approfondire in Comunità Capi elaborando
materiali e strumenti che poi possono venire riproposti nelle varie branche
con gli opportuni adattamenti.
· Fare esperienze forti
di preghiera tra capi, uscite a tema, uscite programmatiche…
· Utilizzare maggiormente
gli strumenti elaborati dall'Associazione come i fascicoli del "Sentiero
Fede" di cui ogni Staff è provvisto.
· Con una partecipazione
più attiva del gruppo, alla vita parrocchiale.
ATTENZIONE ALLO STILE
Perché?
Questo tema è stato discusso
anche da altri gruppi e dalla Zona intera. È necessaria una continua
ricerca delle radici del metodo per applicare in modo attuale alcune intuizioni
di fondo ancora molto provocanti.
In un momento storico in cui ai
ragazzi tutto sembra dovuto, non si riflette abbastanza sul senso del gratuito
e sul valore di quello che abbiamo intorno, noi pensiamo di circoscrivere
la nostra attenzione a questi temi:
· Il rispetto delle persone
(capi, amici…)
· Il rispetto degli impegni
presi (responsabilità…)
· Il rispetto delle cose
(proprie e comuni).
Come?
· Prestare attenzione al
linguaggio usato dai ragazzi (sia tra loro sia con i capi): che sia rispettoso
delle persone e attento soprattutto verso chi ha difficoltà.
· Il rispetto e la cura
dell’uniforme, segno di unione e di appartenenza all'Associazione e al
gruppo.
· Rispetto degli orari e
degli impegni presi.
· Cura delle attività
espressive (canti ecc…)
· Cura degli spazi comuni
(calendario di pulizia settimanale delle sedi affidato alle varie branche)
· Cura e rispetto del materiale
comune e in particolare delle tende.
· Valorizzazione di alcuni
fondamenti del metodo:
la strada, il gioco, l’avventura,
lo scouting.
Per contenere atteggiamenti negativi,
che in tempi molto brevi rischiano di far degenerare il clima del gruppo,
è spesso necessario come educatori, porre dei limiti chiari e farli
rispettare. Forse in qualche caso è opportuno essere più
rigidi, meno tolleranti nei confronti di alcuni comportamenti e più
chiari nei riguardi dei genitori.
Evidentemente questo richiede discussione
e condivisione da parte degli staff e dell'intera Comunità, oltre
che comprensione da parte delle famiglie.
FORMAZIONE PERSONALE
Perché ?
E' importante fare attenzione all'aspetto
personale della proposta scout, curare la persona, sia ragazzo che capo,
nel proprio percorso di crescita individuale, rendendo il singolo più
consapevole ed attivo.
Come ?
Il metodo prevede già molti
strumenti che spesso vengono dimenticati.
Ci impegniamo a:
· Curare maggiormente la
progressione personale dei ragazzi.
· Approntare tecniche nuove
per rilanciare le specialità.
· Incentivare la partecipazione
ai campi di specializzazione e di competenza.
· Rilanciare la partecipazione
alla Route di orientamento per i rover e scolte che chiedono la partenza.
· Rendere i capi più
consapevoli dell'importanza di completare il loro percorso formativo (campi
di formazione regionali e nazionali) e di coltivare l'educazione permanente
(eventi di Zona e altre opportunità offerte dal territorio).
Nel precedente progetto avevamo
come obiettivo l'essere attenti alla realtà che ci circonda. Molte
energie sono state indirizzate a riguardo ed alcuni risultati si sono potuti
apprezzare.
Continua in questa ottica la
nostra partecipazione al Progetto Giovani del Comune di Santorso che abbiamo
considerato un'esperienza privilegiata per conoscere meglio la nostra realtà,
indirizzare idee e proposte, operare in sinergia con altri gruppi.
Ci proponiamo per il futuro
di saper calibrare meglio le nostre forze per rendere la nostra partecipazione
più incisiva ed efficace.
"… ma il vero modo di essere
felici è quello di procurare la felicità agli altri.
Cercate di lasciare questo mondo
un po’ migliore di quanto non l’avete trovato …"
Baden Powell of Gilwell
Associazione Guide e Scout Cattolici
Italiani
SANTORSO I
Progetto educativo 2001\2003